5 maggio

caro diario, dopo questi giorni di “astinenza” sono uscita nuovamente con il mio Angelo.

Sono stata tutto il pomeriggio a truccarmi e a farmi bella selezionando gli abiti più idonei. Volevo mozzargli il fiato; non ti dico come ero vestita; avrei eccitato pure te che sei una cosa inanimata, per di più elettronica e asessuata. Volevo testare l'effetto della mia mise sugli esseri umani e, beh, pensa che semplicemente sfilando per la mia via ho provocato due incidenti stradali e un arresto cardiaco ad un ignaro anziano passante.

Anche Angelo era molto emozionato, tanto che mentre guidava (mi stava portando alle “Pecore” per un aperitivo) ha cominciato a sudare come un vitello, alla fine ha accostato e mi ha chiesto se, per favore, potevo guidare io. Io mica ho la patente, non ho neppure mai condotto un'automobile in vita mia. Penso però che pure questa volta Dio ci abbia messo il suo zampino divino, perché al volante ero come eterodiretta e non ho riscontrato nessun problema. Persino il parcheggio è stato impeccabile. Alle Pecore mi son presa un succo di frutta ipocalorico alla mela verde; Angelo continuava a dirmi che ero troppo bella e che lo mettevo in difficoltà. Che tenero! Quando esauriamo gli argomenti ci baciamo. Capita che fingo di non avere più argomenti, quando ho voglia di assaporare la sua bocca di fragola. Non credo che questo sia peccato, dovrei chiedere al Predy.

A questo punto è accaduto un fatto che ti voglio raccontare nonostante, per ragioni logistiche, abbia scelto, in questo contesto diaristico, di descrivere solo dell'amore e dei suoi sviluppi storici ed emotivi. In realtà la mia vita è zeppa di sensazioni, di avvenimenti, di immagini folgoranti, etc. Purtroppo devo fare una rigida selezione all'ingresso e solo le idee e i fatti che si presentano alla mente con un certo stile possono ambire ad una pubblicazione su di te, mio INTIMISSIMO DIARIO. Spero non ti offenderai per questo mio ruolo di buttafuori, o meglio buttadentro, di pensieri selezionati certosinamente dalla moltitudine.


In una mail Melissa P. mi spiegava come possiamo evangelizzare grazie alla seduzione, cioè come si possa produttivamente essere BELLE PER DIO. Considero peccaminosa la bellezza fine a se stessa, il puro narcisismo del truccarsi e del vestirsi in modo ricercato per un autoerotismo vanitoso e onirico. La seduzione fine a sé a Dio non interessa. Se invece il farsi belle e provocanti è un mezzo per avvicinare se stessi o, meglio ancora, altri a Dio allora esso risulta un comportamento gradito e supportato. Uscita dalle Pecore ho notato che a farsi fare i tarocchi da una cartomante vi era niente di meno che Franco Battiato, un fiero adelfo della dissoluzione, come si annunciava nell'intervista con Blondet sempre leggibile sul mio blog. Ogni buon cristiano sarebbe tentato di insultarlo, di trattarlo a male parole. Pensate che Angelo già stava telefonando ai suoi amici Jesus Revolution per porgli un agguato, ma io volevo andare oltre, volevo provare a convertirlo! Così, autoritariamente, ho bloccato il mio ragazzo che aveva già il cell. all'orecchio, alla ricerca di supporto per il suo “assalto a Satana”; poi ho aspettato che Battiato terminasse la sua attività pagana e peccaminosa e mi sono frapposta fra lui e il proseguo del suo viale del tramonto. Inevitabilmente vedendomi ha avuto un sussulto, ma lui, in un certo senso, è abituato alla bellezza (ha fatto un patto col diavolo per ottenerla), così vedendomi ha pronunciato queste emblematiche parole: “Pape Satan, grazie di tutto questo, io sarò sempre il tuo fedele servitore”. “Eh no, caro Battiato” gli ho tosto annunciato, “io mica sono un'ancella dell'esercito di Satana; io faccio parte del ministero di Sabaoth, dell'esercito divino”. “Cheddici?”, mi fa lui, “tanta bellezza può provenire solo da Lucifero, il mio Sovrano”. “Parliamone”, ho risposto accarezzandole il nasone con il mio sguardo bollente e nello stesso tempo vitreo, così da attrarlo nella mia trappola, ghiacciarloed infine stordirlo. Sullo sfondo scorgevo Angelo, forse un po' geloso di veder il mio dolce visino posarsi su altri uomini, ma nello stesso tempo orgoglioso di stare con una ragazza così cristianamente guerrigliera. “Seguimi alle Pecore, Franco”

Battiato ha cercato di porre resistenza al mio invito ad entrare in un luogo effondente cristianità, dopodiché ha ceduto, esausto. “Tu sta fuori”, ho gridato ad Angelo. Lui, come sempre, ha ubbidito.

Varcata la soglia de le “Pecore” (c'è da dire, mio fedele Diario, che giocavo in casa) dei bicchieri si sono infranti ed un paio di poster si sono scollati dal muro afflosciandosi per terra. Era la tangibile aurea demonica che Battiato sprigionava dal suo corpo.

Diario, non ti riporterò tutta la battaglia dialettica intercorsa tra me ed il cantante, è indubbiamente stata una sudata biblica, una guerra stellare che alla fine ha visto il bene, cioè me, vincere. Battiato si dimenava, gridava frasi senza senso che poi erano i testi delle sue canzoni ultime, scritte in trance, suggerite da Satana stesso. “Sgalambro, io mi devo liberare di Sgalambro”, bl ateravain tutte le lingue. Capivo che il mio esorcismo stava funzionando.

Alla fine si è accasciato per terra, come un sacco vuoto, ma lo sguardo aveva acquistato purezza; si era liberato del male. Gli abbiamo somministrato dei sali per rianimarlo. Assestatosi era riconoscente, per ringraziarmi dalla liberazione ha deciso di tenere una "confessione" e un concerto alle Pecore, purificando i testi delle canzoni dal maligno. Dunque si è messo d'accordo con l'organizzazione ( clicca qui per leggere la notizia in anteprima, ma non spargere troppo la voce)

Soddisfatta sono uscita dal pub. Angelo mi è corso incontro, baciandomi con una passione ultraterrena e sussurrandomi “Insieme possiamo convertire il mondo”. Dopodiché mi ha accompagnato a casa.

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