Introduzione al diario

Cupido, dall'onniscienza dei suoi cieli rosseggianti di passione, ha scoccato una freccia, centrandomi dritta al cuore. E il cuore ha irradiato la scatenata danza dell'amore, una danza introdotta dai timidi battiti di un tamburo, poi, in un magnifico crescendo, tutta l'orchestra si è messa a suonare e ora l'organico degli strumentisti del mio corpo ribolle in uno scatenato mambo che, come uno tsunami, ha cambiato l'orografia spirituale e biologica del corpo, della mia Weltanschauung... Girls, dalla mia aorta non scorre più sangue bensì un fluido incandescente. Dalla finestra le nuvole mi paiono candidi cuscini di zucchero filato... tutto è straordinariamente armonioso, anche il sole mi sorride e sembra non volersene andare mai. Vuole godersi il riflesso della mia apoteosi di felicità.

Ebbene sì, è da qualche tempo che la mia vita si sta tingendo d'amore, un amore che poco alla volta sta imbevendo il mio spirito. L'avete capito che mi sono MI SONO INNAMMORATA?; perdutamente cotta di un boy del gruppo. Abbiamo iniziato da qualche tempo a frequentarci, ad uscire castamente insieme, a scambiarci opinioni sul mondo, sulla Bibbia, sulla crisi dei mutui subprime; metacomunichiamo sulla nostra relazione, sul nostro esser-ci nel mondo in quanto cristiani: siamo 2 splendidi piccioncini...

Il mio angelo si chiama, manco a farlo apposta, Angelo. Ha 22 anni ed un corpo come il sol dell'avvenire. Alto, abbronzato, solido; in dotazione splendidi muscoli sodi su cui ogni atletica ragazza vorrebbe fare free-climbing, due fiammelle azzurre intelligenti e indagatrici baluginano sotto la fronte più spaziosa di un latifondo, i capelli corti e forti si ergono sul cranio come soldati sull'attenti. Il naso è così perfetto che sembra preso a prestito da una scultura neoclassica. Dalla sua sorridente boccuccia di fragola spuntano acuminati denti bianchi-avorio sui quali, quasi quasi, vorrei pungermi e sanguinare. Questa è la descrizione fisica, quello che vedreste pure voi se Angelo vi sorgesse davanti, ma è lo sterminato mondo interiore a renderlo unico, il corpo è solo un involucro, una splendida confezione d'alta classe per un prodotto destinato ad una ristretta élite. Così ristretta da comprendere solo un membro: me. Angelo: TVTB!

23 aprile

E' un giorno come tanti altri. In una parola splendido. Col gruppo si sta allestendo una pièce teatrale, una rivisitazione del momento più alto e simbolico della Cristianità: la Passione di Gesù Cristo in un Golgota finalmente privo di barriere architettoniche (la rappresentazione è destinata ad un'associazione di disabili). C'è un nuovo ragazzo che abbiamo introdotto nel gruppo grazie all'evangelismo nelle discoteche, ci ha comprato dieci magliette LA CASTITA' E' NATURALE COME L'ARIA CHE RESPIRO ed ha deciso di venirci a trovare ad un rave di preghiera. Si chiama Angelo ed è studente di medicina, molto critico nei confronti dell'invasività dell'allopatia, sta svolgendo una personalissima ricerca su come curarsi in modo etico, cioè conforme all'insegnamento biblico. Beh, si è subito ambientato benissimo diventando uno dei più validi evangelizzatori della sua cellula. Come dicevo prima alla Mary è mega-carino e un bel po' intelligente; in ogni situazione ha un aforisma o un proverbio consono, sa citare tutte le prescrizioni del Levitico a memoria. In più è un cristiano con i fiocchi, d'origine controllata. In principio non mi dava retta, sempre sulle sue a leggere i Salmi, poi, superando la timidezza, abbiamo iniziato a parlare e a confrontarci. Oggi, mentre stava portando in magazzino la croce che servirà per la recita... beh, ti giuro Diario, è stata per me un'immagine folgorante. Gustarlo, a torso nudo, con quei muscoli traslucidi, le vene aizzate dalla fatica che emergevano dalle tempie mi sembravano il delta del Po visto dal satellite, inoltre trasportava questa grossa croce di legno grezzo... mi sono sentita ovulare.

Caro Diario, ho generato una smitragliata di pensieri impuri, così sono corsa via, a casa, nella cameretta, intimorita dalla mente anarchica che ha prodotto immagini così invereconde. Ho acceso il computer, fedele custode dei pensieri della mia candida vita da diciottenne, per scrivere questo. Ora vado a dormire, con una gioia che mi avvolge in toto, come un vestito da sposa di domopack.

Il vento tra le fronde sussurra il suo nome: Angelo

24 aprile

Come dice Matteo 6, 34: “Non vogliate dunque mettervi in pena per il domani, poiché il domani avrà cura di se stesso: a ciascun giorno basta il suo affanno”.

Oggi non ho visto Angelo e la mia mente non ha prodotto altre impurità. A scuola abbiamo simulato la terza prova, poi sono andata con l'Ali a farmi la ceretta al centro estetico. Sono tornata a casa e avevo una voglia folle di abbracciare qualcuno, di dirgli che siamo fortunatissimi a trovarci contemporaneamente nel bel mondo che Dio ha edificato per noi. Ma non c'era nessuno tranne Nicodemo, il mio orsacchiotto di peluche, così mi sono confidata a lui.


27 aprile

Domenica. Mi sono alzata all'alba arrivando alla funzione con mezz'ora di anticipo. Pregavo, ma con la coda dell'occhio osservavo l'andirivieni all'ingresso, sperando di scorgere Angelo. Quando è penetrato nella hall della Chiesa (per pregare il mio gruppo affitta un teatro), o mio Dio, Diario, che parole uso... quando ha varcato la soglia ho sentito un sussulto; non sono nemmeno riuscita a terminare l'Avemaria. Si è seduto nella poltroncina accanto alla mia, così bello e spirituale che mi veniva voglia di idolatrarlo come un vitello d'oro (pensiero peccaminoso). Ad un certo punto della funzione mi ha accarezzato la mano, poi mi ha guardato sussurrandomi: “Non mi stancherei mai di vederti pregare”. Io stavo fibrillando, caro Diario, così continuavo a pregare indomita, recitando Avemarie a pioggia, col fine di evitare che, per l'ennesima volta, la mente approdasse ad impurità concettuali. Poi ha chiesto se poteva telefonarmi. Io naturalmente ho annuito e sentivo che in me esplodevano diverse bombe atomiche. Uscita dalla preghiera, in strada, ho percepito il cell. vibrare, ero praticamente sicura che fosse un suo squillo, ma ho aspettato fino alle cinque di sera prima di guardare. Sullo schermo lampeggiava magicamente il suo nome e l'estasi mi ha colto facendomi quasi ruzzolare per terra. Spero che tutto ciò non sia peccato.


28 aprile

Non è possibile che il mio amore sia come tutti gli altri amori del mondo. Il mio è più potente, unico, mai sentito o raccontato dai libri o dai film... il mio è un amore a marchio registrato: un amore®

29 aprile

In genere questo è un giorno triste. Il 29 aprile è venuto al mondo Gianluca Longhi che, come sapete, non ha fatto altro che procurarmi noie, fino a quando se n'è andato. Per fortuna adesso non so più niente di lui e potrebbe anche essere morto in un incidente stradale o emigrato in qualche paese islamico ad arruolarsi nell'esercito di Bin Laden.

Angelo mi ha telefonato, abbiamo parlato per mezz'ora del più e del meno. Soprattutto del meno. Mi ha raccontato alcune cose di lui che non sapevo. Tipo che a parte il nostro frequenta un altro gruppo evangelico, i Jesus Revolution, che adottano tecniche di evangelizzazione all'avanguardia. Mi ha invitato ad uno di questi happening in cui si cercherà di fare proseliti. Sarà il Primo Maggio.

Mancano due giorni, due giorni eterni di attesa infinita.

Angelo T.A.T.


30 aprile

Non posso stare ferma. Il mio corpo scalpita. Vado all'orto botanico di Brera, sola. Un paio di universitari cercano di abbordarmi offrendomi un caffè del distributore automatico, ma li allontano a male parole, questi avvoltoi. Mi siedo di fronte all'immenso Ginko Biloba. L'universo sta girando intorno a me, l'albero mi porge i suoi servigi, la brezza mi accarezza i capelli, il sole mi offre gratuitamente un po' di provitamina B; la mia pelle sprizza così tanta lucentezza che alcuni universitari, vedendomi, si accasciano per terra imbrilliti.

1 maggio

caro Diario,
Angelo è passato a prendermi in auto; non era rilassato come al solito, mentre guidava delle gocce di sudore imperlavano la sua sconfinata fronte. Fortunatamente avevo un fazzolettino di carta per tergerlo, anche se avrei volentieri usato i miei capelli. Diario, quel fazzoletto impregnato di lui mica l'ho buttato, lo conservo gelosamente sulla scrivania, lo contemplo come una reliquia, come la sacra Sindone.
In auto mi ha parlato dell'happening dei Jesus Revolution, che ci sarebbero stati più di cento evangelici, che tutto faceva parte di un ambizioso progetto di proselitismo denominato ITALIAN INVASION, che se tutto andava per il meglio saremmo potuti anche apparire sui giornali e sarebbe stata ottima pubblicità per la causa. A me non interessava niente, volevo solo restare con Angelo, essere arrestata e trascorrere gli avanzi della mia vita terrena in cella con lui.

Subito dopo essere entrati nella zona dell'ecopass, fermi ad un semaforo rosso di passione, mi ha guardato negli occhi, mi ha preso la mano e l'ha baciata. “Katia, ti voglio bene”, ha detto sorridendomi, mostrandomi ancora una volta il candore lattescente dei suoi denti aguzzi. Avrei voluto che mi mordessero, che mi lasciassero nel corpo un segno tangibile della sua presenza.

Angelo, quanto ti amo. Sento di non riuscire a contenere tutto questo amore, con questo amore potrei riempire centinaia di ME e lo stesso sarebbero sul punto di scoppiare come palloncini stra- gonfi, come cirri pregni d'acqua. Ma come posso comunicartelo? Mio Dio, quanto mi sento inadeguata.

Lui continuava a parlarmi dell'happening, ma io non capivo più nulla, ero come ovattata, inebriata dal suo charme portentoso e le parole una volta fuoriuscite dalla bocca si sfaldavano, diventavano gassose, impercettibili al mio udito ottenebrato dall'emozione.
Angelo” ho sibilato. Allora lui ha eretto una diga al suo fiume di parole. “Dimmi, Katia”
Io non potevo comunicare niente, le parole erano insufficienti per esprimere il mio stato d'animo ed io non sapevo quali erano le più appropriate da utilizzare. “Angelo”, ho ripetuto, “per favore, non parliamo, è un momento così bello che vorrei viverlo in purezza, vorrei non dover pensare a cosa dire, a cosa risponderti, solo col silenzio si riesce a udire la felicità pura, senza sovrastrutture, gli eremiti cristiani lo sapevano bene...”. “Katia”, mi fa lui, “io parlo solo per evitare che i miei pensieri si trasformino in spermatozoi” lo vedevo un po' imbarazzato “da quando sei salita su questa auto un fuoco divampa in me ed io devo evitare il reale pericolo dell'autocombustione, così recito il mio mantra fatto di parole vacue”. E così si è accostato al marciapiede. A pensarci bene era in una zona con divieto di sosta e di transito, ma l'amore supera il codice stradale, l'amore si assesta oltre le linee gialle e le linee blu del parcheggio, l'amore travalica l'ecopass e tutti questi insulsi divieti terreni. E mi ha baciata. Mentre mi baciava ho pensato a lui che mi baciava. Era un pensiero perfetto.
Alla fine del momento magico ho visto sul termometro che la temperatura nell'abitacolo dell'auto era salita di cinque gradi.

Diario, la performance dei Jesus Revolution sarebbe stata impeccabile se non ci fossero stati i problemi terminali che ora ti racconterò. Se tutti i gruppi evangelici fossero come i loro non avremmo guerre di religione. Sarebbero tutti cristiani, si convertirebbero persino gli integralisti sciiti della cellula di Hez'bullah.
Il ritrovo era in Piazza Affari, per l'occasione gremita di gente. Dio, per sostenere l'happening religioso, ci aveva regalato una giornata soleggiata e semi estiva; una leggera brezza scompigliava i capelli quel che basta per renderci tutti più seducenti. Sparsi per la piazza erano posti una decina di pilastri; ognuno, in cima, ospitava un tapis roulant. Sopra questi aggeggi degli uomini correvano come forsennati. Erano tutti ben vestiti, in tenuta da top manager, alcuni avevano il doppiopetto e tenevano in mano una ventiquattrore, altri, mentre arrancavano, tamburellavano i tasti di un portatile, altri ancora discutevano animosamente al cellulare. Intanto, da un grosso palco, il predicatore dei Jesus Revolution, con un microfono in bocca, pronunciava il suo avvincente discorso. “Vi riconoscete in questi uomini? Siete voi questi stolti, queste anime perdute che rincorrono il NULLA!” io stringevo la mano di Angelo e gliela stringevo forte forte, attenta a cogliere il significato più recondito di questa splendida rappresentazione. “Siete come dei criceti in gabbia, ma la vostra corsa non conduce da nessuna parte, correte per inerzia, correte per disperazione alla ricerca di falsi idoli, siete pecorelle solitarie sulle vostre colonne di fango”. “Vi rendete conto della vostra stupidità? Correte, correte, senza andare da nessuna parte!”. Cavoli se questi pover'uomini correvano, tutti unti e bisunti di sudore, il ritmo imposto dal tapis roulant era estenuante e loro non potevano permettersi di rallentare perché rischiavano continuamente di cadere, come stiliti ubriachi. Intanto il predicatore continuava il suo convincente discorso. “Ora vi svelo un segreto: La salvezza viene dal cielo!”, gridava indicando verso l'alto. Improvvisamente le enormi casse hanno cominciato ad effondere il motivo della Cavalcata delle Valchirie e degli elicotteri ad emergere sopra i palazzi fascistissimi di quella amena piazza. Mi sono subito ricordata Apocalypse now, un film che però non ho mai visto. Ai lati di questi elicotteri vi erano delle scritte fosforescenti GESU' e dagli sportelloni penzolavano delle scalette di canapa. Con un notevole gesto atletico questi elegantoni in giacca e cravatta, saltellando dal tapis roulant, si sono aggrappati a queste scalette, arrampicandosi fino all'abitacolo dell'elicottero. Il frastuono era notevole, oserei dire assordante, ma egualmente la possente voce del predicatore emergeva su tutto. La folla era sbigottita. “GESU' E' LA SALVEZZA!”. Un enorme neon luminescente CRISTO ha cominciato a lampeggiare, poi, un elicottero alla volta si è assestato, in volo, sopra il palco. E così questi coraggiosi hanno potuto discendere dalle instabili scalette. Man mano che si calavano il predicatore stringeva la mano, ad ognuno, e annunciava: “benvenuto nella nostra Chiesa”. Terminata la procedura tutti gli attori-manager si trovavano sul palco. “Gesù è il ristoro”, gridava il predicatore “Gesù è l'albergo a cinque stelle che tutti sogniamo”. Poi ha battuto le mani e da un container dall'altra parte della piazza sono venuti fuori dei bellissimi cavalli bianchi cavalcati da ragazze splendide, avvolte da bianche lenzuola, con ali di cartapesta attaccate sulla schiena; tutta la folla radunata era emozionatissima. C'era chi gridava, chi faceva “oooh” in segno di stupitezza, altri, come in trance, parlavano idiomi sconosciuti. Ho dato una gomitata nei reni ad Angelo ordinandogli CATEGORICAMENTE di non guardare nella direzione delle ragazze, lui ha ubbidito come Abramo a Dio e ha immediatamente abbassato lo sguardo. Sembrava un cane grato di essere bastonato per la causa. Questa processione di fanciulle angeliche (come avrei voluto essere tra loro) stava lentamente raggiungendo il palco ed io trepidavo per vedere cosa sarebbe accaduto, era tutto così emozionante, così grandioso, così perfetto che mi sentivo levitare. Per fortuna ero saldamente ancorata alla mano di Angelo che, seguendo supinamente i miei ordini, se ne stava ancora capo chino a contemplarsi le scarpe. Purtroppo è successo il patatrac, tutto è avvenuto in un attimo, come la cacciata dei mercanti dal tempio di Gerusalemme. Un suono di sirena assordante è irrotto come un ospite indesiderato, scardinandoci i timpani; un paio di furgoni hanno invaso la piazza, fermandosi all'interno della zona adibita per l'happening e creando un fuggi fuggi generalizzato (figurati, mio diario, quanto erano impauriti i cavalli). Non erano della polizia, ma dell'UAAR, l'Unione Atei Agnostici Razionalisti (come ho dedotto leggendo la scritta sui loro furgoni). Sono scesi dal retro dei furgoni imbracciando delle stanghe di legno, sembravano poliziotti in tenuta anti-sommossa, ma per proteggersi avevano costruito delle raffazzonate armature composte da bottigliette Brio blu Rocchetta da mezzo litro. Il predicatore dei Jesus Revolution intanto gridava “ESERCITO DI SABAOTH, in nome di Dio, combattete!”, ma i nostri non erano armati mentre quelli dell'UAAR menavano stangate a destra e manca. Non restava che arrendersi.
Io gridavo dalla rabbia, Diario, come si può non odiare questi atei agnostici violenti? Angelo allora mi ha preso per un braccio: “Mio tesoro, è meglio che ci allontaniamo da questa Babilonia!”, (come amo chi mi sa proteggere) ed in un attimo mi sono come risvegliata, ricordandomi che, nonostante tutto, quella era una giornata splendida e da poco avevo baciato Angelo per la prima volta.
Già che ci trovavamo lì, abbiamo deciso di fare quattro passi in centro, tra i miei negozi preferiti di vestiti e di biancheria intima, Angelo mi ha regalato una maglietta di Hello Kitty, poi siamo entrati nel Duomo per un celere omaggio a Dio. Abbiamo pregato tenendoci per mano, ringraziando in modo alternato il Signore per la presenza dell'uno e dell'altro.
Verso sera, in questo splendido Primo Maggio, festa degli innamorati, prima di tornare alla macchina Angelo voleva assolutamente portarmi dal ferramenta per una sorpresa, purtroppo, vista l'ora, era già chiuso.

Tornata a casa ho chiamato la Mary; sono stata al telefono quasi cinque ore. E ho parlato praticamente solo io. Quando arriverà la bolletta della Telecom mia madre avrà sicuramente qualcosa da lamentare, ma non sa che l'amore non ha prezzo? Dovrei mandare una mail a Tronchetti Provera. LE PAROLE D'AMORE DEVONO ESSERE LIBERE DI CIRCOLARE NELL'ETERE, come la colomba della pace che vola da un paese all'altro senza visti o permessi di soggiorno, alimentata dal vento e irradiata dalla cosmesi divina.
E' comunque stata una giornata veramente full of life; è ormai l'alba. Per fortuna domani c'è il ponte e non si va a scuola!

2 maggio

Angelo mi ha mandato un sms mattutino; cosicché mi sono svegliata con l'oro in bocca. “Katia. T.V.B”. Io sento di amarlo così tanto che avrei bisogno di uno sfiatatoio, come la pentola a pressione. L'unico modo per sublimare il mio affetto è trasformarlo in una preghiera. Anche lui mi ama così tanto oppure sono in plusvalenza?


5 maggio

caro diario, dopo questi giorni di “astinenza” sono uscita nuovamente con il mio Angelo.

Sono stata tutto il pomeriggio a truccarmi e a farmi bella selezionando gli abiti più idonei. Volevo mozzargli il fiato; non ti dico come ero vestita; avrei eccitato pure te che sei una cosa inanimata, per di più elettronica e asessuata. Volevo testare l'effetto della mia mise sugli esseri umani e, beh, pensa che semplicemente sfilando per la mia via ho provocato due incidenti stradali e un arresto cardiaco ad un ignaro anziano passante.

Anche Angelo era molto emozionato, tanto che mentre guidava (mi stava portando alle “Pecore” per un aperitivo) ha cominciato a sudare come un vitello, alla fine ha accostato e mi ha chiesto se, per favore, potevo guidare io. Io mica ho la patente, non ho neppure mai condotto un'automobile in vita mia. Penso però che pure questa volta Dio ci abbia messo il suo zampino divino, perché al volante ero come eterodiretta e non ho riscontrato nessun problema. Persino il parcheggio è stato impeccabile. Alle Pecore mi son presa un succo di frutta ipocalorico alla mela verde; Angelo continuava a dirmi che ero troppo bella e che lo mettevo in difficoltà. Che tenero! Quando esauriamo gli argomenti ci baciamo. Capita che fingo di non avere più argomenti, quando ho voglia di assaporare la sua bocca di fragola. Non credo che questo sia peccato, dovrei chiedere al Predy.

A questo punto è accaduto un fatto che ti voglio raccontare nonostante, per ragioni logistiche, abbia scelto, in questo contesto diaristico, di descrivere solo dell'amore e dei suoi sviluppi storici ed emotivi. In realtà la mia vita è zeppa di sensazioni, di avvenimenti, di immagini folgoranti, etc. Purtroppo devo fare una rigida selezione all'ingresso e solo le idee e i fatti che si presentano alla mente con un certo stile possono ambire ad una pubblicazione su di te, mio INTIMISSIMO DIARIO. Spero non ti offenderai per questo mio ruolo di buttafuori, o meglio buttadentro, di pensieri selezionati certosinamente dalla moltitudine.


In una mail Melissa P. mi spiegava come possiamo evangelizzare grazie alla seduzione, cioè come si possa produttivamente essere BELLE PER DIO. Considero peccaminosa la bellezza fine a se stessa, il puro narcisismo del truccarsi e del vestirsi in modo ricercato per un autoerotismo vanitoso e onirico. La seduzione fine a sé a Dio non interessa. Se invece il farsi belle e provocanti è un mezzo per avvicinare se stessi o, meglio ancora, altri a Dio allora esso risulta un comportamento gradito e supportato. Uscita dalle Pecore ho notato che a farsi fare i tarocchi da una cartomante vi era niente di meno che Franco Battiato, un fiero adelfo della dissoluzione, come si annunciava nell'intervista con Blondet sempre leggibile sul mio blog. Ogni buon cristiano sarebbe tentato di insultarlo, di trattarlo a male parole. Pensate che Angelo già stava telefonando ai suoi amici Jesus Revolution per porgli un agguato, ma io volevo andare oltre, volevo provare a convertirlo! Così, autoritariamente, ho bloccato il mio ragazzo che aveva già il cell. all'orecchio, alla ricerca di supporto per il suo “assalto a Satana”; poi ho aspettato che Battiato terminasse la sua attività pagana e peccaminosa e mi sono frapposta fra lui e il proseguo del suo viale del tramonto. Inevitabilmente vedendomi ha avuto un sussulto, ma lui, in un certo senso, è abituato alla bellezza (ha fatto un patto col diavolo per ottenerla), così vedendomi ha pronunciato queste emblematiche parole: “Pape Satan, grazie di tutto questo, io sarò sempre il tuo fedele servitore”. “Eh no, caro Battiato” gli ho tosto annunciato, “io mica sono un'ancella dell'esercito di Satana; io faccio parte del ministero di Sabaoth, dell'esercito divino”. “Cheddici?”, mi fa lui, “tanta bellezza può provenire solo da Lucifero, il mio Sovrano”. “Parliamone”, ho risposto accarezzandole il nasone con il mio sguardo bollente e nello stesso tempo vitreo, così da attrarlo nella mia trappola, ghiacciarloed infine stordirlo. Sullo sfondo scorgevo Angelo, forse un po' geloso di veder il mio dolce visino posarsi su altri uomini, ma nello stesso tempo orgoglioso di stare con una ragazza così cristianamente guerrigliera. “Seguimi alle Pecore, Franco”

Battiato ha cercato di porre resistenza al mio invito ad entrare in un luogo effondente cristianità, dopodiché ha ceduto, esausto. “Tu sta fuori”, ho gridato ad Angelo. Lui, come sempre, ha ubbidito.

Varcata la soglia de le “Pecore” (c'è da dire, mio fedele Diario, che giocavo in casa) dei bicchieri si sono infranti ed un paio di poster si sono scollati dal muro afflosciandosi per terra. Era la tangibile aurea demonica che Battiato sprigionava dal suo corpo.

Diario, non ti riporterò tutta la battaglia dialettica intercorsa tra me ed il cantante, è indubbiamente stata una sudata biblica, una guerra stellare che alla fine ha visto il bene, cioè me, vincere. Battiato si dimenava, gridava frasi senza senso che poi erano i testi delle sue canzoni ultime, scritte in trance, suggerite da Satana stesso. “Sgalambro, io mi devo liberare di Sgalambro”, bl ateravain tutte le lingue. Capivo che il mio esorcismo stava funzionando.

Alla fine si è accasciato per terra, come un sacco vuoto, ma lo sguardo aveva acquistato purezza; si era liberato del male. Gli abbiamo somministrato dei sali per rianimarlo. Assestatosi era riconoscente, per ringraziarmi dalla liberazione ha deciso di tenere una "confessione" e un concerto alle Pecore, purificando i testi delle canzoni dal maligno. Dunque si è messo d'accordo con l'organizzazione ( clicca qui per leggere la notizia in anteprima, ma non spargere troppo la voce)

Soddisfatta sono uscita dal pub. Angelo mi è corso incontro, baciandomi con una passione ultraterrena e sussurrandomi “Insieme possiamo convertire il mondo”. Dopodiché mi ha accompagnato a casa.

10 maggio

Diariuccio caro,
mi domando perché, nonostante le cose fluiscano per il meglio e la vita sia sempre affascinante come la ruota panoramica di Disneyland, talvolta la mente possa produrre aleatoriamente pensieri pregni di una negatività abbacchiante. Stamani, svegliandomi, mi sono guardata con attenzione allo specchio, scrutandomi quasi fossi una pranoterapeuta incallita, e mi è sembrato di essermi un po’ anzianizzata. Cavoli diario, tra un po’ vado per i 18 anni e mezzo, un’età non indifferente per la cute che intraprende la via dello smagliamento e perde di rigoglio. Capisco che non ho più la freschezza di un tempo e, specie al mattino, non sono più, come si suol dire, “da combattimento”. Oh diario, perché non affronto con serenità l’invecchiamento del corpo (mentre, a dir la verità, l’invecchiamento dello spirito lo gestisco abilmente)? E se tra un po’ Angelo non mi divorasse più coi occhi baluginanti? E se si mettesse a tacchinare altre girls anagraficamente più recenti? Quelle acerbe sgualdrinelle le ammazzerei tutte! Quasi quasi mi venivano “pare” serie, così mi sono fiondata al supermercato e ho fatto incetta di cosmetici, pubblicizzati da mediashopping, che racchiudessero sostanze anti-invecchiamento, anti-inestetismi, anti-rughe, anti-età. Poi, chiusa nella mia cameretta, me le sono spalmate tutte in sequenza, noncurante della posologia, infine mi sono lavata i capelli con olio extravergine d’oliva (spero che la Mami non si accorga che la bottiglia d’olio è finita) e rossi d’uovo, Infine ho posato delle sottili fette di cetriolo sugli occhi. Ora sto meglio, e mentre ti scrivo questa pagina mi sento fresca come una rosa di alta montagna.

18 maggio

Oggi giornata pregna di significati. Premetto che Angelo non c’è, così ho più tempo da dedicare alla preghiera, alla cura del mio wonderful corpo e a te, diario, che in fondo mi richiedi così poco! Dicevo: Angelo si trova a Città del Vaticano per una conferenza su “medicina senza medicine”, e la scuola è chiusa a causa di uno sciopero generalizzato di studenti, professori e bidelli, tutti concordi e uniti in lotta per la stessa causa, anche se non ho capito bene quale… così mi sono alzata per la mia salubre e routinaria prima colazione con muesli, ricchi di ferro, succo di frutta multivitaminico e pane ai cinque cereali tostato. Ti giuro che ho sentito degli strani rumori nel tostapane, come se ci fossero insite in esso delle presenze. Subito mi sono messa a pregare impaurita che fosse qualche beffa del maligno o di una sua succursale. Poi il toast è uscito, leggermente abbrustolito.
Ho potuto notare chiaramente che le bruciature riproducevano in modo indiscutibile il volto di Cristo sofferente.
Grazie Gesù, che mi dai segnali costanti della tua presenza nel mondo.
Ovunque levo i miei occhi
Mi vieni in soccorso
Dunque è a te che mi affido, o Signore,
Che prosperi pure tra gli elettrodomestici
L’anima mi ti brama, o benigno,
Le mie labbra di fragola diranno:
esalti ogni vivente il Tuo Santo Nome
Nei secoli eterni.
Alleluia

19 maggio

Ultimo giorno di Angelo lontano. Oggi, pur non avendo conferenze, se ne stava nella lontanissima Città del Vaticano, a fare un po’ il turista. Diciamoci la verità: quando il boy è all’estero si è inevitabilmente preoccupate, nonostante abbia visitato il sito di viaggiaresicuri ed esso garantiva che la teocrazia del Papa è ha un bassissimo tasso di criminalità e imprevisti, le ansie che qualche fattaccio potesse oscurare questo momento magico mi hanno turlupinato per buona parte della giornata facendomi venire conati di vomito. Il problema di quando sei felicissima, come me, è che pensi che tutto ciò prima o poi dovrà finire. A questo punto la felicità comincia a calare come certe torte senza lievito nel forno, e si cade in un paradosso ontologico. Ho subito telefonato al mio amore per sapere come stava, ovviamente bene, e ci siamo raccontati tutta la nostra giornata fino alla telefonata, poi, vogliosi di intensità e intimità maggiori, abbiamo cominciato a raccontarci la telefonata stessa fino al punto d’incontro con la conversazione presente, cioè il momento in cui stavamo parlando. Abbiamo notato che ci avvicinavamo sempre di più, un po’ come Achille con la tartaruga, senza mai raggiungerlo.
Angelo, grazie centomila di esistere!!!!

20 maggio

Diario, questa è una pagina mattutina; sento gli uccellini canticchiare lietamente; contribuirei anch’io alla loro olistica armonia, se non fossi così sconvolta, tanto che la prima azione che ho compiuto stamani è stata di accendere il Pc, con le mani tremanti come foglie autunnali, per comunicarti questa angosceria. E’ accaduto un fatto arcano di cui non riesco capacitarmi bene. In piena notte, cioè quando i buoni cristiani dormono, mi è giunto uno strano sms dal cell. di Angelo “La morte mi attrae di più che il piacere sessuale”. Ommioddio, cosa può voler dire una frase del genere? Ho provato a chiamarlo stanotte, ma nessuno rispondeva, ho riprovato pure in seguito, fino a qualche minuto fa, ma idem! Ora ho i brividi a fior di pelle e sento una morsa nel petto, che sia stato rapito da una banda di squinternati? E se l’avesse scritto lui? Che voglia suicidarsi? Mentre mi pongo queste domande, è come se stessi sprofondando nell’abisso.

Visto che sono qua, che scrivo col cuore in gola, tanto che sembra stiano piantando chiodi nell’appartamento di fianco, invece è il mio cuore che batte come un martello pneumatico nelle mani di un satanasso, vorrei precisare un grosso segreto. Forse è giunto il tempo che io ne scriva, anche perché alcune lettrici di questo intimissimo diario virtuale si staranno ponendo delle domande.
Diario, ti devo confessare che non sono più vergine nonostante con Angelo non abbia ancora fatto l’amore.

Mi spiego meglio: purtroppo accadde che persi la mia impagabile e diamantina illibatezza anni or sono, quando ero ancora considerata immatura dalla società. E lo ero veramente, acerba come uno dei quei fichi che sprigionano latte appiccicaticcio dal picciolo. Ma quel periodo di perdizione, che ho dettagliatamente descritto nel blog, mi ha lasciato una frattura indelebile, non solo nella psiche ma anche nel corpo. Per adesso non descrivo come avvennero quei fatti sciagurati, chiedo venia, diario, ma lo tengo nascosto pure a te anche se so che non lo dirai a nessuno. Ti dico solo che sento una ferita perennemente aperta.
Angelo di questo sa niente, però, ahimé, immaginavo che nel momento un cui capiterà che il nostro amore diventi carnale se ne accorgerà. Come mi considererà dopo una scoperta del genere? Farebbe bene a prendermi a schiaffi, calci, malmenarmi come un’adultera islamizzata. Naturalmente ho chiesto consigli alla Mary, che anche se sull’argomento non è molto enciclopedizzata, di consigli buoni ne ha sempre…. Alla fine mi sono quasi annientata di riflessioni e ho scoperto che ci sono dei chirurghi plastici ricostruttori, ne ho contattato uno che di cognome fa Santanché, è il marito di una nota politica… su internet dicono che sia il migliore nel campo, tanto che prima si occupava di chirurgia in genere, poi si è specializzato nelle vagine. Egli, sembrava molto disponibile, mi ha dato appuntamento per il 23 giugno.

Ho provato di nuovo a telefonare ad Angelo: niente di niente, che gli è preso??? Oggi, tra l’altro doveva tornare dal Vaticano, mi sento veramente iperacistrasconvolta.
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E’ sera, ho provato così tanto a chiamarlo che si è consumato il tastino del cell. e ho dovuto mettere la scheda in quello obsoleto di mia madre. Mi sembra di essere ritornata indietro nel tempo, tra un po’ esco di casa e incontro un dinosauro! Ora mi prendo qualche scatola di sonniferi perché così non posso andare avanti, così divento asmatica nell’anima. Non sono nemmeno riuscita a pregare oggi; Dio, chiedo, virtualmente genuflessa, perdono.

21 maggio

Figurarsi cosa mi è successo. Vado a scuola mostrando una faccia a soqquadro, ancora sottomessa alle attività sonniferiche del Tavor che ho assunto in iosità, invece che udire i prof parlare mi sentivo come in un sottomarino a 10.000 metri di profondità, nella fossa delle Marianne. Dunque, proprio durante la lezione d’italiano mi arriva un altro sms dal suo numero (non voglio neanche pensare che possa essere stato lui a scriverli): “Nel vuoto la sola salvezza”. Mi sono messa a gridare come un’indemoniata, poi sono svenuta, accasciandomi per terra come un sacco di patate.

Mi sono risvegliata in infermeria, dallo specchio sul soffitto (mi chiedo perché nell’infermeria della scuola ci sia uno specchio sul soffitto) scorgevo un antiestetico bernoccolo che vituperava la mia nivea fronte. Mi sono messa nuovamente a gridare come un’ossessa, tanto da far volare via tutti i colombi che stazionavano nel cortile. Per calmarmi hanno dovuto infliggermi una botta in testa.
A casa ho ripensato a quel che stava succedendo, lo riassumo per chi di voi, girls in lettura, si sia distratta, magari pensando a frivolezze come all’appuntamento con l’estetista. Dunque, Angelo sarebbe dovuto tornare ieri dal convegno del Vaticano, invece non si è fatto sentire; al posto della sua euritmica voce mi giungono, come tradimenti, due mostruosi sms, dal chiaro significato nichilista e distruttivo. A me fanno pensare a quell’assassino di anime che è Franco Battiato, a qualche setta legata a, satana. Per calmarmi il pensiero antalgico che utilizzo è: sarà uno scherzo di qualche farabutto che gli ha rubato il cellulare, oppure un’opera stregonesca della Telecom che, si sa, è affiliata al maligno.
Vorrei andare a casa sua, ma non so nemmeno dove abita. Pure questo mi angustia; il fatto che non me l’ha mai detto, anche se, c’è da dire, eravamo troppo impegnati ad amarci per discutere su queste faccende geograficamente frivole e così sono io a non averglielo mai chiesto.
Inoltre, anche se fosse tornato da quel luogo che, ormai detesto come Gomorra, senza cellulare, avrebbe trovato egualmente un modo per raggiungermi.

Ho provato a contattare persino la segreteria amministrativa dei Jesus Revolution. Non risponde nessuno. Mi sembra di vivere un thriller, solo che lo vivo dal di dentro, e sono così appigliata che la mia pelle si sta ingiallendo, ti giuro diario, mica è frutto della mia fervida fantasia: ho il derma color limonite. Anche stasera dovrò ricorrere ai sonniferi.

22 maggio

Il patatrac, ecco cos’è tutto, un big bang devastante che si accanisce sulla mia vita diciottenne. L’11/9 al confronto è il furto di un leccalecca ai danni di un bambino del terzo mondo. Ora Dio, io sapevo anche prima che il dolore è uno strumento di crescita ben più forte della ragione, ma forse questo è troppo: il male mi sta vampirizzando, noto diverse rughe che mi scavano il volto; in qualche giorno sono invecchiata di dieci anni; sì, dieci anni. Mi sento una ventottenne che ripensa nostalgica al suo passato fastoso. Un ultimo messaggio di Angelo mi ha fatto capire molte cose, mi si è acceso il led luminoso che segnala tutti i bug presenti in questo suo misterioso viaggio a Città del Vaticano. Non è certo un discorso facile, scrivere mi servirà per ordinare le idee.
Il terzo sms di Angelo ricevuto ieri sera diceva: “Sono stato prescelto perché sono l’oscurità da cui sprizzerà la luce”. Per fortuna le mie avanzate conoscenze teologiche, su cui mi sono formata anche nella prospettiva di redigere un blog particolarmente ben documentato, cose che del resto, accantonando la modestia, sono avvenute, mi consentono di comprendere, sommariamente, le apostasie insite in questa triade distruttiva giuntami attraverso le misteriose e divine onde che permettono agli sms di trasmigrare da un cell. e l’altro. Oggi ho cominciato le miei investigazioni. Innanzitutto per capire che fine ha fatto Angelo, cosa si può salvare di quel collegamento ipostatico tra me e lui? come posso riportarlo nel gregge di Dio? cosa gli è successo in Vaticano? che gli ispettori papalini l’abbiano traviato?
Tutte domande a cui devo rispondere.

maggio - giugno

Per le pagine successive ho unito diversi giorni di diario, poiché in questa mia avventura al termine del maligno, svoltasi a Roma, non ho potuto redigerlo con una cadenza regolare. Anche questa storia fa parte del mio intimissimo diario©. Per i boys è Area 51.



COME HO SALVATO ANGELO DALL'APOSTASIA NECESSARIA


In un baleno ho inghiottito Dio, e sono

diventata trasparente sino a scomparire”

Katia




Piccola anima smarrita e soave, compagna e ospite del corpo, ora t'appresti a scendere in luoghi incolori, ardui e spogli, ove non avrai più gli svaghi consueti. Un istante ancora, guardiamo insieme le rive familiari, le cose che certamente non vedremo più... Cerchiamo d'entrare nella morte ad occhi aperti.


Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano



Rimboccarmi le maniche della canottierina CK e scovare Angelo, questa la missione per me. Tutto il resto passa in millesimo piano: il gruppo di preghiera, la scuola, le facezie. Tutto. Mia madre è troppo impegnata a lavorare - come dice lei - per sbarcare il lunario, tanto da non rendersi conto che le cose importanti sono altre, ultraterrene. Mentre dei “lunari” possiamo benissimo farne a meno, perché nell'aldilà eterno non hanno alcun valore. Come non avrebbe valore la crema anti-age.

Io, quando c’è qualcuno da salvare o da convertire, sento esplodere un desiderio animale di predicare, osannare al chiaro di luna. Per me l'evangelizzazione è un'esperienza totalizzante, una droga. Quando sono ispirata da un ‘si ardito sentimento, l’apologetica mi si incolla addosso come una muta da sub e divento una specie di macchina da guerra Cristiana, sfodero parabole e insegnamenti biblici come fossero noccioline, mi trasformo in una Rambo della Bibbia (...).

Questa volta, ahimè, le cose sono disposte in modo differente e il divertimento rimandato in altri scorci di gioiosa vita terrena. È Angelo, il mio amato ragazzo, che devo assolutamente riportare sulla retta via (...).

Per salvare il mio boy rapito e traviato mi sono recata a Roma (...).

Giungendo in treno non ho potuto fare a meno di notare la maestosità dei palazzi, la lucentezza dei marmi, abbaglianti quasi quanto la mia pelle fatata. “In hoc signo vinces” mi è venuto in mente, il segno del Cristo naturalmente. Purtroppo, proprio al glorioso ingresso nella città eterna, come un botto, la lunare sensazione di uova rompersi nella pancia, la forza creatrice e generatrice, l’energia vitale che pervade il cosmo, mi ha colto, è il caso di dirlo, come un tradimento, producendo un lago dei cigni sul sedile. Parentesi: ma perché l'ovulo non cade senza portarsi dietro in toto la tappezzeria uterina? Tutti questi litri di sangue mi sembrano un inutile spreco di risorse energetiche. Ero così impegnata a progettare piani per scovare Angelo da ignorare le avvisaglie fisiche che ormai mi turlupinavano con insistenza dalla partenza: seni di 50 kg l’uno, la testa pesante come un'enciclopedia aperta sulla parola “Giuliano Ferrara” e la pancia tendente allo scoppio. Pensate che se non avessi saputo di avere Dio, come protettore, mi sarei trovata sola e diciottenne a Roma, per di più con le mestruazioni .

Nonostante Dio vinca su tutto, un po’ di sconforto si è materializzato, come un gas micidiale che subentra dagli stipiti della porta e pervade la stanza sino ad ammorbarla con flatulenze asfissianti. Così sono accorsa nel lercio bagno in fondo al treno con i tubicini cotonati nella borsetta e... te lo svelo perché è giusto raccontarti quello che si fa anche se sfiora il reato (ma forse, amabile diario, molte girls hanno fatto altrettanto), approfittando del copioso flusso sanguigno e intingendoci il mignolo, ho scarabocchiato coi globuli rossi il suo nome sullo specchio sovrastante il lavandino, seguito da TVB. Tre lettere che, nonostante l'abuso che se ne fa, sono ancora, per me, madide di significato.

Per un attimo, mi è frullato per la testolina che avrei potuto mischiare il sangue dei flussi con quello di un piccolo taglio che mi sarei artificiosamente procurata sul pollice. Dicono che se fatto bere al proprio boy, diluito con coca cola light, cosicché non se ne accorga, quest'intruglio abbia poteri amorifici miracolosi. Poi mi è venuto in mente che non siamo al mondo per viver come brute, e questa è solo una stolta superstizione per ragazze che ancora non hanno raggiunto lo status di sapiens e che ignorano Dio a causa della loro barbarie. Così sono uscita da quel putrido gabinetto sferragliante e subito i pensieri hanno ricominciato, come sanguisughe, ad avventarsi sul corpo centrale delle ragioni che mi hanno spinto sino a questa città eterna: Angelo. Oh, come avrei preferito trovarmi a Roma per altre ragioni, magari mano nella mano con lui, sussurrando dolci parole e spendendo soldini dal ferramenta vicino al mitico ponte. Invece ero a Roma a cercarlo disperatamente perché plagiato da una setta votata al maligno e alla dissoluzione.

Roma, che stazione imponente; un’orda di venditori, piccoli truffatori, ragazzi di vita, testimoni di Geova, ma anche genuini pescatori di anime, si è avventata contro di me, ognuno col proprio scopo, alcuni così insistenti che avrei voluto una cisterna d'Autan. Intanto pensavo: avrò bisogno di tutta la mia materia grigio-rosa (...).

Un po' frastornata, dal viaggio, seduta sulla panchina a spiluccare gommosaggini assortite, ho telefonato a colei che mi avrebbe aiutato a Roma, un'amica fidata molto addentro alla città e ai luoghi del potere, con conoscenze importanti in parlamento e al Sismi. Il suo nome è Virginia Sanjust di Teulada, che da ora in poi chiamerò “la Virgy”.

La Virgy ha una storia molto particolare. Similmente alla mia amica Giuly stava facendo carriera grazie alla straordinaria venerea bellezza. Pensa che il Presidente del Consiglio in persona vedendola ebbe una sincope. Una volta rinsavitosi iniziò a farle regali a più non posso e ricoprirla di allori e rolex; in preda agli inebrianti effluvi dell'amore le offrì un lavoro di presentatrice in Rai e così lei, che non aveva ancora il know how per intuire la presenza di satana insita nel suo adulterio, utilitaristicamente, diventò amante di Berlusconi. Poi, un giorno, la Virgi ebbe una visione di Cristo sofferente e sanguinante e capì che quel che stava facendo non apparteneva all'ordine di cose che Dio gradisce. Stava commettendo un aberrante adulterio. Così scrisse una lettera educata e pacata affermando che quella di amante del Presidente del Consiglio era una parentesi graffa della vita e avrebbe preferito chiudere quel suo rapporto adulterato. Ma questi proprio non ci stava, come si suol dire, era completamente infatuato da questa splendente ragazza, così gli prese uno sclero totale e si è accanì con il marito (ora ex) della Virgy facendogli perdere il posto di lavoro al Sismi e mandando la famiglia sul lastrico. Sull'orlo del baratro, il povero marito, decise di scatenare un macello chiamando in causa avvocatoni e cercando di fare il più scalpore possibile. Se ne è parlato poco perché i media sono nelle mani del Presidente del Consiglio stesso e comunque ora tutti si sono dimenticati dei fatti perché la loro memoria è breve e sono troppo impegnati a cercare compagnucci su Facebook. Diario, scusa per la divagazione, la storia non è importante per i miei fini, e se proprio ci tieni te la racconterò oralmente. Quel che conta è che dopo un quarto d'ora la Virgy giunge in stazione con due vigorosi sherpa. Uno ha l'onorevole incarico di portare i miei bagagli, l'altro di scortarci, allontanando venditori e malintenzionati. “Roma è un pavimento pelvico di insidie” mi ha annunciato la Virgy a mo' di presentazione. Oh diario, quanto ero contenta di liberarmi da tutto quel valigiume fardelloso, che in aggiunta al peso fisico-psicologico delle acque lunatiche mi stendeva al suolo e mi trafiggeva come se il mio petto fosse perforato da mille alabarde spaziali.

Durante il tragitto in auto verso casa sua (i due sherpa davanti parlavano nella loro lingua babelica, io e la Virgy dietro), le ho raccontato dei sospetti formulati a partire dagli sms apparentemente insensati giunti dal cell. del mio fidanzato. Le ho detto ciò che supponeva Blondet, che avevo contattato prima di partire per una veloce consulenza. Lui ne sa una più del diavolo, in particolare è un abile interprete degli sms satanici e cabbalistici. Ed è dotato di un'aurea apotropaica da cui chiunque ne trarrebbe beneficio. Credevamo che in qualche modo Angelo fosse stato rapito dagli accoliti di una setta seguace dell'insegnamento di Sabbatai Zevi e Jakob Frank. Si tratta di un ristretto gruppo di fanatici il cui nocciolo della dottrina è la dissimulazione, con gli altri, dell'appartenenza religiosa, mentre in privato compiono riti palesemente blasfemi e apostati. Sto pensando, diario, che non sei edotto come me in questo ambito non-scolastico e potresti avere difficoltà ad afferrare le mie parole teo-tecniche. Comunque, per renderti la vita più facile, ti riassumo le puntate precedenti: in pratica Angelo si era recato in trasferta nello Stato del Vaticano per assistere ad un convegno di medicina cristiana, ma non è più tornato. In sua vece mi giungono sul cell., criptici e inquietanti messaggi. Ho chiesto aiuto a Blondet, ormai un amico del cuore, con cui a volte mi trastullo castamente via web cam parlando del più e del meno. Egli saggiamente, mi ha detto che il tono e la forma sono palesemente identificabili con il modo di comunicare degli accoliti della setta di cui sopra. In questa congrega gravitano nomi grossi del vaticano, nomi che non faccio solo per evitare ritorsioni in caso di pubblicazione di questo mio intimissimo diario. È da questo indizio che nasce questo incredibile viaggio al termine del maligno.

La Virgy mi promise che nel giro di qualche giorno avrebbe organizzato un party per introdurmi nella lobby vaticana, da lì mi sarebbe stato possibile individuare le eresie interne ed eventualmente infiltrarmi tra gli accoliti di Sabbatai Zevi e Jacob Frank. Questo avrebbe dovuto essere il punto di partenza, ma ero proprio in alto mare e sentivo qualcosa di ammorbante e grumoso tra le gambe che non vedevo l'ora di levarmi con una bella abluzione.

La casa della Virgy è favolosa e immensa; ogni girl sognerebbe di vedere il proprio boy in una magione del genere che suda e si dedica a lavori di falegnameria inchiodando mensole su cui riporre ninnoli acquistati durante l'ultimo viaggio transoceanico. Per un momento penso a quella come idea di felicità terrena, e questo mi dà dei fluidi particolari che mi spronano, mi fanno da stimolante dello spirito e quasi mi metto a zirlare per il coraggio sopravvenutomi. “Troverò Angelo!”, grido al mio sherpa che mi guarda come uno che non capisce bene le cose a causa del suo sottosviluppo (...).

La Virgy è stata disponibilissima a offrirmi la sua casa come punto d'appoggio, lo sherpa era tutto mio e a disposizione 24 ore su 24. Fortunatamente loro non conoscono i sindacati e i sindacati non conoscono loro, così potevo farne ciò che volevo. Subito, ahimè, ho compiuto un errore a causa della sbadataggine (ma la moltitudine di pensieri per la testa oscura la mia usuale lucidità) non considerandolo come un uomo. Una volta lavatami, mi sono spogliata con lui nella stanza, ma questi è svenuto, pestando fatalmente la testa sullo spigolo della copertina rigida di una Bibbia di 6 kg che mi ero, forse un po' inutilmente, portata da Milano. Ho chiamato la Virgy, scusandomi per questo mio spreco di personale ma lei, gentilissima, mi ha detto che non c'era alcun problema e avremmo potuto avere tutti gli sherpa senza limitazioni, se non quella della loro disponibilità sul mercato romano. Si vede proprio che è una brava ragazza, la Virgy, nonostante abbia delle abitudini molto strane. Per esempio grattugia il bambù su tutto ciò che mangia. Così, dice, i suoi escrementi puzzano di meno. L'ha imparato studiando i panda.

Nei giorni seguenti abbiamo organizzato il piano per ottenere l'invito ad un ricevimento al quale partecipavano diversi porporati e alte cariche del Vaticano. Chiaramente è un compito arduo entrare in queste enclaves vescovili, loro vivono in un monde à part, come si suol dire, che la gente comune non può nemmeno immaginare. Sul come fare ho chiesto nuovamente aiuto a Blondet (ormai lo sento così tanto che dovremmo abbonarci alla tariffa you and me) che mi ha detto: 1. chi avrei dovuto contattare 2. come corromperlo. Il piano si è dimostrato inutile causa nuove avversità, quindi, mio sweet diario, non te lo enuncio nemmeno per non farti perdere del prezioso tempo, dedicabile alla preghiera.

La domenica mattina un sole giubilante valorizzava la già intrinseca bellezza di Roma. Un venticello proveniente dal mare purificava l'aria per rendere tutto ancora più nitido ai miei occhi estasiati e ricolmi di speranza. I capelli mossi ci rendevano a Dio più seducenti e la salsedine ci frizzava piacevolmente la pelle. Nonostante tutto il male sprigionato da Lucifero vien spesso da pensare: “quanto è bello il Creato!”. Grazie Dio, grazie mille.

Per quel giorno niente rito nel teatro milanese dove al solito lo celebro con il predy e gli amici di Sabaoth, la “mia” chiesa sarebbe stata quella di Ludovico degli Svizzeri, in pieno Vaticano. Che strano assistere ad una messa cattolica romana, quante parole in latino e neanche una barzelletta durante la predica, nessun ballo, nessuna schitarrata, nessuna interazione con gli spettatori. Una messa per vecchi. Ora capisco perché i cristiani cattolici stanno agonizzando e vivono quotidianamente nel timore della secolarizzazione. Quasi la noia cominciava a bussare alla mia porta; la mente, per resistere agli sbadigli, doveva mantricamente giungere a folte criniere di cavallo da pettinare. Durante la funzione osservavo il prete, un omuncolo di almeno 90 anni. Era lui che avrei dovuto contattare. Causa età temevo potesse morire da un momento all'altro facendo saltare i miei piani. Il prete, secondo i progetti, avrebbe dovuto mettermi in congiunzione con la movida vaticana e quindi, in base alle supposizioni mie e di Blondet, con la setta dei rapitori di Angelo. Guadagnare la sua fiducia sarebbe stata l'impresa più complicata, pensavo che probabilmente avrei dovuto utilizzare il mio charme post-adolescenziale (tanto amato dai pochi preti non omosessuali) e il potere di seduzione del rimmel Extra super Lash che rendeva i miei occhioni simili a quelli di un gatto. Finalmente, dopo tante ore di in piedi-seduti-in piedi-seduti, la messa è finita. Mentre i fedeli andavano in pace nel nome di Cristo, io mi sono inginocchiata, ho recitato qualche lode e scherzato un po' con Dio, poi mi sono avvicinata al prete che stava parlottando con il sagrestano, uno strano essere androgino con un naso aguzzo. “Cosa vuoi ragazzina?” ha esclamato l'anziano, gobbo e sgraziato pretaccio romano. “Voglio parlare con lei Don E***” ho sussurrato. “Seguimi in sagrestia fanciulla!” ha borbottato incamminandosi lungo il cleristorio e aprendo, con delle chiavi che custodiva nella talare, una porticina seminascosta dal confessionale. La sagrestia era un posto altamente tecnologico: schermi piatti alle pareti manco fossimo in un locale fashion milanese, un videoproiettore, un portatile all'ultimo grido. Una videocamera digitale grande come un pacchetto di sigarette giaceva sul tavolo circondata da rosari al carbonio. Sulle pareti Gesù Cristi dorati e Madonne in avorio di mammut. Una volta seduto dietro la scrivania il prete sembrava aver perso quel suo aspetto vetusto e ripugnante facendosi gioviale e quasi bonario. “Te ne intendi di informatica piccina?”, mi ha chiesto. “Certo, a scuola ho il massimo dei voti!”. Subito dopo la pronuncia di “scuola” mi è venuto in mente che in quel periodo romano stavo perdendo importanti lezioni. “Ottimo, non è che sai come mai Windows Movie Maker non prende i file MP4? È una cosa che mi fa uscire dai gangheri!”. “Forse è un problema di codec!” gli ho risposto con spavalderia. Beh, nel giro di 10 minuti avevo scaricato e istallato i codec mancanti, con un abilità che, a volte, tende a confondermi con l'esercito di otaku italiani che popola internet e i siti pornografici del web. Abbiamo provato a caricare il file Mp4 con Windows movie maker ed il video si è aperto senza troppe resistenze nel suo portatile Ultimo Modello. “Eccellente ragazzina”, mi ha sussurrato il prete, chiudendo subito la schermata con il filmato, come se si trattasse qualcosa di proibito. “Ora cosa posso fare per te?” Il suo alito vecchio e malato sembrava provenire da un putrido tombino delle catacombe e mi ha irrorato il volto con degli schizzi di saliva anemocora. Per un attimo ho temuto che la mia pelle vellutata ne risultasse irrimediabilmente danneggiata o che mi spuntasse, di punto in bianco, l'acne o qualche bubbone antiestetico e pestifero. “Posso offrirti un tè sionista?” mi ha proposto il vecchio prete vedendomi un po' dubbiosa sul da farsi. Ho accettato, di malavoglia, ma con la convinzione che avrei dovuto sciogliermi prima di fare le mie richieste. Ancora una volta le cose sono andate in un modo tutt'altro che prevedibile. Bevendo il tè sionista una sonnolenza irresistibile mi ha colto facendomi accasciare come un sacco di patate letargico, o come una bella addormentata nel... la sagrestia.

Quel tè era zeppo di sonniferi. Non potevo certo immaginare una cosa del genere, anzi, forse potevo, solo che sono stata ingenua perché la mia mente a volte si ferma di fronte a queste possibili crudeltà, ed il pensiero del cercare Angelo era come un'eclissi che oscurava tutto il resto. Mi sono risvegliata in una stanza illuminata con delle fiaccole appese alle pareti. In un angolo un caminetto era acceso ma, al posto che pezzi di legno, ad alimentare il fuocherello, c'era un piccolo cumulo di cubetti di Diavolina. Avevo un tremendo mal di testa: l'unica positività era che le acque lunatiche mi erano decisamente passate e avvertivo tra le gambe una gradevole sensazione (...). Sai una cosa, mio diario? Trovandomi in quella situazione non mi è venuto subito da disperare, ho pensato che Angelo doveva aver patito tanto, quindi era giusto che anche io affrontassi le medesime difficoltà, che percorressi la sua stessa travagliata strada per avvicinarmi al suo dolore quindi al suo cuore.

Poi si è appropinquato nella stanza un tipo glabro come un Mastro Lindo sotto chemioterapia, si è presentato con una certa gentilezza e mi ha detto, ridacchiando sotto i baffi che non aveva: “Katia, non temere, tra un po' potrai ricongiungerti col tuo Angelo”. “Ma come, siete pazzi? Perché mi avete addormentato? Dov'è Angelo?” ho domandato incredula e ancora frastornata dalle dosi folli di calmanti che mi avevano fatto assumere e che circolavano nei meridiani del mio corpo. “Questo non te lo posso spiegare subito, pulcina cara, ti dico solo che se esegui gli ordini sarà molto meglio per te!”. Poi il Mastro Lindo si è allontanato, al suo posto è subentrata una donna con una trousse di maquillage in mano. “Che fa signora? Cosa mi sta facendo?” ho sussurrato piangendo. Incurante delle mie lamentazioni la donna ha iniziato ad imbellettarmi di polverine la faccia. Non erano gli amati make up con cui ci facciamo belle e attraenti per i nostri boys, erano robe puzzolenti e schifose, fatte con chissà che interiora di animale, erbe varie e ceneri. Finita la sua opera deturpatrice è entrato nella stanza un porporato d'alti livelli, ho capito subito che era un pezzo grosso della chiesa cattolica-romana, qualcuno che dava del tu al papa. Aveva un anello con ametista, il bastone pastorale e una mitria in testa. Per il resto non indossava l'abito talare, bensì quello piano. Era, come si suol dire, in borghese a metà. Mi ha squadrato dalla testa ai piedi, con un'attrazione che quasi si materializzava in un porco al suo fianco. Ho avuto una paura immensa. Poi ha detto, biascicando come uno scimpanzé: “E' proprio perfetta questa cagna. Faremo un grande spettacolo”. Io ero come congelata, ibernata, algidata; non mi scorreva mica sangue nell'aorta bensì un mix di calippo e granite siciliane varie. Sono svenuta.

Al mio rinvenire altri uomini, viscidi come serpenti impregnati di vaselina, mi hanno spiegato cosa sarebbe successo. Avrei dovuto fare sesso con Angelo davanti all'alto-clero, ma era una rappresentazione. Io sarei stata Maria Maddalena, mentre Angelo Gesù Cristo. Avevano scoperto che lui aveva già interpretato Cristo in un musical presso il suo gruppo evangelico i Jesus Revolution, e questi maledetti vermi roncopatici volevano sollazzarsi con l'immagine di un Gesù sessuato, la grande perversione delle alte cariche apostate del clero cattolico-romano. Blasfemia pura. Pensa, diario, che avevano organizzato tutta quella pantomima per attirarmi fino a Roma, avevano visto le mie foto sul cell. di Angelo e si erano eccitati, poi, con abilità, sono riusciti a trascinarmi nella loro diabolica trappola. Non potevo ribellarmi; hanno minacciato di torturarci tutti e due, l'avrebbero fatto con attrezzi originali dell'inquisizione che la chiesa romana conserva in luoghi segreti e fuori dalla visibilità di emissari dell'ONU e peacekeeper. Queste cose, a differenza delle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, esistono veramente. Io le ho viste.

Avevano ricostruito fedelmente un ambiente caratteristico dei tempi di Cristo, una stanza modesta (ma senza pareti), arredata secondo il gusto giudaico in voga nell'epoca dell'incontro con Maria di Magdala. Tutt'intorno si stagliava un coro per i depravati spettatori “privilegiati”. In un fornito guardaroba erano accuratamente riposti abiti caratteristici di quel tempo e, da quello che mi avevano detto, Angelo era stato circonciso e ora portava la barba come Cristo. Me l'avrebbero fatto incontrare solo nel momento della rappresentazione. Mi sono messa a gridare rompendo diversi timpani, poi ho cominciato a dimenarmi come un'ossessa, tiravo ciò che mi capitava tra le mani, ho addirittura morso la caviglia del dirigente ecclesiastico che, con la disinvoltura di un pervertito che arringa i suoi seguaci, mi rivelava quelle cose aberranti. Mi sono beccata uno schiaffone tremendo. “Voi ormai servite solo al nostro ludibrio! Stai zitta troietta, ti conviene ubbidire, altrimenti il tuo Angelo finisce nella garrota”. E giù risate di quella gentaglia, che mentre rideva sbavava e sputacchiava lapilli di saliva satanica (...).

Diario, ti rendi conto in che situazione stavo affogando? Inutile dire che quei bruti mi avevano sequestrato il cellulare, così non potevo chiedere aiuto a nessuno e nemmeno chiamare la Virgy, che mi aspettava per l'usuale pranzo a base di bambù grattugiato. Avevo fatto l'errore di non dirle che mi sarei recata in quella Chiesa. Come mi potevo liberare? Come potevo evadere da quella prigione in cui il clero romano più satanicamente gravido mi aveva rinchiuso per soddisfare le perversioni più irraccontabili? Come potevo fuggire da quella situazione depauperante? In un momento come quello mi sentivo abbandonata da Dio. Non c'erano luci od orologi; il fluire del tempo, in quella pietrosa prigione sotterranea, era scandito dal battito nevrastenico del mio cuore; andavo avanti e indietro per la stanza, tastavo le pareti alla ricerca di un passaggio segreto, come nei film. Ovviamente non ho trovato nulla. Ero sola, nessuna finestra, nessuna possibilità di vedere fuori, nessuno spiraglio di luce e di umanità. Il fatto di trovarmi in qualche sotterraneo di Ludovico degli Svizzeri era solo una supposizione, probabilmente ero stata trasferita altrove, una volta addormentata con il tè sionista. E se, mentre ero priva di sensi, il prete aveva abusato di me? Avevo udito storie terribili di girls trovatesi con un bebè da accudire dopo l'incontro con un prete. Questi le ingravidano drogandole, dicendo loro: “Vieni in sacrestia a fare l'eucarestia?”, poi offrendo alle imberbi ragazze ostie tossiche, imbevute di non so che sostanza in grado di ottundere, forse un frappè di belladonna e stramonio. Mi hanno raccontato anche di preti che, per essere più diabolici, utilizzano preservativi rivestiti di eternit e bucati. Diario, ti garantisco che la Chiesa evangelica è esente da queste perversioni, da questi crimini perpetrati su innocenti. Da noi queste cose non succedono, noi non abbiamo questi freaks con occhi bovini iniettati di sangue. I nostri Pastori sono belli come il sole e buoni come la focaccia di Recco.

Qualche ora più tardi un'ennesima razione di calmanti mi aveva nuovamente ottuso. Dopodiché il dirigente ecclesiastico è ritornato per ri-spiegarmi cosa avrei dovuto fare per sollazzare i vescovi e mi ha consegnato un foglio con il canovaccio della rappresentazione e le azioni che avrei dovuto eseguire alla lettera. Ti trascrivo alcune cose obbrobriose di questo dictat che mi ricordo con sommo disgusto perché, ahimè, sono marchiate indelebilmente nella mia mente mai più innocente.

Gesù è a Betania, a casa di Simone il lebbroso; Gesù discute con i discepoli e Simone il lebbroso stesso. Dalla porta d'ingresso entra Maria di Magdala, una bellissima giovane, con un vaso di alabastro ricolmo di profumo prezioso. Tutti zittiscono di fronte a cotanta beltà, persino Gesù sussulta. Questa donna, come se si trattasse di un rito consolidato, comincia a cospargere il capo di Cristo con questo profumo paradisiaco, ma i discepoli, indignandosi per lo spreco, cercano di fermarla. Uno di essi dice: “A che tanto sperpero? Il profumo poteva vendersi molto caro e dare il ricavo ai poveri!”, ma Gesù, inaspettatamente, di fronte a questa frase del fido apostolo, si irrita: “Perché date delle noie a questa donna? Ella ha fatto un'opera buona verso di me. I poveri li avete sempre con voi, me invece non sempre mi avrete”. Pronunciate queste parole Gesù si avvicina alla donna, la bacia sulla fronte e le sussurra nell'orecchio: “Seguimi, donna!”. Gesù si avvia nell'altra stanza della casa, quella riservata al riposo delle membra. La donna lo segue fedele e chiude la porta. A questo punto Gesù le si avventa addosso famelico, la spoglia completamente, la bacia su tutto il corpo aspergendola di quel profumo che ella teneva nel prezioso vaso di alabastro. Poi la possiede, con gran godimento per entrambi. Terminato l'amplesso Maria Maddalena è ancora stesa per terra accecata dal piacere. Gesù contempla la donna, poi si riveste e torna dai discepoli, pronunciando le seguenti parole: “In verità vi dico: in tutto il mondo ovunque sarà predicato questo Vangelo, sarà pure narrato a ricordo di lei, quello che essa ha fatto, quello che insieme abbiamo fatto” (...).

La descrizione dell'amplesso era accurata ed entrava nei i minimi dettagli con delle sigle e un apposita legenda esplicativa dei termini usati nella descrizione. Alcuni vocaboli erano in latino, altri in aramaico. Angelo avrebbe dovuto interpretare Gesù mentre io, ovviamente, Maria Maddalena. Una volta letto il copione sono svenuta, afflosciata per terra inerme e priva di sensi come un otre prosciugato da un plotone di sanguisughe in crisi di astinenza sanguigna. In un attimo sono morta infinite volte. Ripresa dallo shock ho avuto un prolasso vaginale, una stagflazione allo stomaco e vomitato il Buondì Motta che avevo mangiato a colazione non so quanto tempo fa, tutti i miei diciotto anni di vita mi sono rotolati davanti come rulli di una slot machine. Ero in trappola, abbandonata da Dio e in mano a questi pazzi scatenati! Per un momento ho pensato che in quella stanza ci fosse della raffinata tecnologia del tipo “anti-onde di cellulari” solo che “anti-Dio”. Impossibile altrimenti riuscire a comprendere quella crudeltà incommensurabile. Se ci fosse stato un generatore in grado di produrre elettricità con la presenza di maligno, con quella setta apostata, si sarebbe prodotta energia per le principali 10 città dell'Asia (...).

Per le ore successive sono restata sola, a parte una guardia svizzera che controllava che non mi prendessero istinti suicidi, che mi venisse lo sghiribizzo di buttarmi nel caminetto o fare harakiri con un alare. Devo ammettere che ci ho pensato.

Intanto il tempo passava con un'indifferenza e un'impermeabilità agli eventi che non poteva che farmi impazzire. Mi rivoltavo, come un'omelette, nel cumulo di paglia che mi era concesso come giaciglio, a tratti mi addormentavo (diario, ricordati che ero abbondantemente sedata dai sonniferi), ma subito incubi terribili mi sopraffacevano. Giuly, Maurizio Blondet, Melissa P., Angelo, la Virgy... in quei sogni terribili da amici si trasformavano in carnefici. A casa loro e scoprivo, sotto il letto, un arsenale di armi di distruzione di massa. Allora fuggivo, a gambe levate, ma una volta in strada degli aerei mi gettavano catini di fosforo e missili di uranio impoverito. Erano incubi abominevoli che mi causarono la febbre. Durante quella notte la temperatura mi salì probabilmente a 44, 45 gradi in quanto la mia termoregolazione era andata in tilt; almeno un paio di volte sulla paglia è divampato un incendio. Solo il provetto intervento della guardia svizzera con un estintore, ha evitato la propagazione delle fiamme. Poi è giunto il momento del cambio della guardia e mi sentivo come se mi aspettasse un plotone di esecuzione con i fucili carichi (...).

Non vi racconterò i dettagli scabrosi della nostra demoniaca rappresentazione. Vi dico solo che ero una cristiana gettata in pasto a feroci leoni in un anfiteatro (cattolico) romano. Dovevo seguire tutto ciò che recitava il copione che avevo letto e riletto inondando di lacrime. La rappresentazione avveniva sulla sorta di palco di cui prima ti avevo anticipato. Su di esso erano ricostruite due stanze, invece dei muri erano state tratteggiate le pareti. Sono stata vestita e truccata, come avrebbe potuto esserlo Maria Maddalena, dalla donna che mi aveva imbellettato in precedenza per provare il risalto del rudimentale make up sul mio volto impaurito (...). Quando ho visto Angelo, abbigliato da Gesù, non mi sono nemmeno emozionata, ero troppo atterrita. Dal suo viso smunto e dal corpo liso dalle staffilate ho capito che pure lui se l'era passata male con gli apostati cattolici. Io, spinta dalla paura più atroce, ho eseguito tutto quello che mi avevano ordinato, spogliandomi, aspettando che Angelo mi aspergesse di unguento il corpo. Tutto in me lacrimava tranne le ghiandole del Bartolini. Sugli spalti i porporati si eccitavano, battevano le mani come scimmie strafatte di MDMA, emettevano versi da gorilla e grugniti da maiale. Sembrava di essere nella gabbia di un enorme zoo. Alcuni, nelle retrovie, si masturbavano senza neanche stare attenti a non farsi vedere dal resto della ciurmaglia, altri si toccavano l'un l'altro. Una bambola gonfiabile raffigurante Rut circolava tra i porporati che ne abusavano a turno. C'era anche, in prima fila, il prete di Ludovico degli svizzeri (don E***) che riprendeva tutto con la sua videocamera ultracompatta. Angelo mi accarezzava, ma le sue mani erano come pezzi di ghiaccio; ci baciavamo, ma era come se, tra le nostre bocche un tempo fragolose, ci fossero un milione di strati di lattice. Eravamo come due morti, due freddi amanti zombie terrorizzati e senza passione che facevano l'amore in una gabbia. Mentre le nostre bocche si avvicinavano gli ho chiesto come facesse ad eccitarsi. Mi ha risposto che era stato imbottito di Viagra. Era probabilmente peggio che essere violentata da un esercito di SS assatanate e drogate, o da Padre Mario Pezzotti. Eppure stavo facendo l'amore con il mio ragazzo, per la prima volta. È stato durante questa situazione ignominiosa che Angelo ha scoperto che non ero più vergine, nonostante lui avesse sempre creduto il contrario. Ma la perdita della verginità subita in precedenza (in un periodo buio della mia esistenza prima di scoprire Cristo e la Chiesa evangelica) non era in pole position dei problemi, c'era il fatto che Angelo mi credeva pura, intatta, illibata. Da quando stavamo insieme io le dicevo che avremmo aspettato il matrimonio prima di unirci, e lui ululava di gioia che quasi sembrava un coyote. Soprattutto questo mi sconvolgeva, il suo avere scoperto che gli mentivo. Questa paura si sommava a tutte le angosce che insieme mi stritolavano. Mentre ero stesa, disperata custode del seme del mio ragazzo, la rappresentazione blasfema continuava imperterrita. Infine Angelo pronunciò le parole conclusive del copione. I porporati che riempivano il coro scoppiarono in un applauso fragoroso con cori e grida da sottosviluppati da stadio (...).

Poi gradualmente si sono dileguati dalla sala; in questa orrenda transumanza di peccatori alcuni si erano dimenticati di coprire le nudità, altri bevevano liquidi colorati in ricostruzioni lignee del Graal, altri bestemmiavano gioiosamente. Anche le comparse incaricate di personificare gli apostoli si sono allontanate in quattro e quattro otto, uscendo in compagnia di quelle bestie. Siamo rimasti soli io e Angelo, guardandoci negli occhi per molti minuti. Il suo sguardo sembrava quello di un cane bastonato da Erode in persona, il mio lo vedevo attraverso i suoi occhi lucidi e non era certo quello di una teen ager fringuellina, ma di una martire randellata, di un'imitazione di Sant'Agata. Il trucco che mi era stato messo per mariamaddalenizzarmi era sbavato e sfumava tra le lacrime e i solchi del viso che pareva un terreno arido di siccità. Dopo quei terribili momenti rinchiusa in quella fortezza sotterranea sembravo un'anziana trentenne, ero invecchiata di dodici anni.

Poi si è avvicinata una suora con un abito in lattice e con due calici in mano. Abbiamo bevuto, senza porci troppe domande quell'ignoto liquido addizionato, peggio di così c'era solo partorire l'anticristo. In un attimo il mondo mi è nuovamente crollato addosso e mi sono accasciata per terra. Per quel continuo svenire ero piena di ematomi sul corpo. Mi sono svegliata, completamente rintronata, su un taxi. Al mio fianco c'era Angelo, con gli occhi rivoltati, più di là che di qua. Il taxi sfrecciava per una Roma stranamente deserta. Era l'alba e le pareti dei palazzi sembravano congelate. Lungo le strade mi parve di scorgere centinaia di cavalli dalla cui bocca usciva fuoco fumo e zolfo; dei nuvoloni neri raffiguravano un abominevole dragone; il Tevere mi sembrava di sangue. Forse erano solo mie allucinazione dovute alle sostanze psicotrope che mi avevano fatto ingurgitare, ma l'immagine apocalittica era eloquente. “Dove sta andando?” ho chiesto supplicante al tassista con un filamento di voce che pareva un filo spezzato. Lui ha borbottato un indirizzo, era quello della Virgy. Ci stavano rispedendo al mittente, drogati marci, dopo averci usati come squallidi oggetti funzionali a provocare sordido piacere. Naturalmente non avevamo nulla per dimostrare i luoghi e i personaggi delle sevizie, non avremmo potuto parlarne con nessuno. D'altronde nessuno avrebbe creduto alla nostra storia, anzi, ci avrebbero preso per dei pazzi anticlericali. Eravamo soli nel nostro immenso dolore, nelle ferite che ci laceravano. A casa siamo stati curati e rifocillati. Ci abbiamo messo entrambi alcuni giorni per rimetterci un minimo in sesto, ma eravamo ancora devastati, come Pompei dopo l'eruzione del Vesuvio, e i nostri sistemi parasimpatici erano completamente inebetiti. Pensa, diario, che Angelo no diceva da giorni una parola ed era completamente incapace di orizzontarsi, ancora più sotto shock di me. Pensavo al bisogno di psicologo che avremmo avuto una volta tornati a Milano, dove finalmente saremmo stati accolti dai genitori, dai i compagni di classe e di preghiera ai quali forse non avremmo potuto mai raccontare questa storia. D'altronde voi mi credete o state pensando che sia matta ciucca? Siamo ripartiti per la città meneghina dopo una settimana di amorevoli cure da parte della Virgy e del suo entourage di sherpa. Sul FrecciaRossa Angelo finalmente ha pronunciato le sue prime parole dopo tutto quello che era successo: “Ma allora mi mentivi sul fatto che eri vergine!”. Io ho abbassato lo sguardo e ho risposto “Sì!”. Siamo scoppiati in un dirompente pianto liberatorio che si è protratto fino alla fascistissima Stazione Centrale.


12 giugno

Diario, il ritorno a Milano si è dimostrato psicologicamente problematico. Sopravvissuti all'apocalisse ma rimasti sulla terra, questa è stata la sensazione per me ed Angelo. L'esperienza shoccante romana ci ha trascinato in un pozzo in cui nessuna luna è presente, neanche il riflesso. Ed è così che, in queste serate estive, i nostri occhi bastonati non riescono che guardare per terra, nella melma stagnante che abbiamo sotto i piedi tremolanti. Terribili tarme ci hanno invaso lo spirito e ci rosicchiano l'anima mentre il nostro corpo non è in grado, come si suol dire, di produrre endogenamente della naftalina per debellarle. Non sto parlando di naftalina in senso letterale, ma di anticorpi e radicali liberi. Angelo ha smesso di mangiare, di bere, di dormire, di leggere i suoi passi preferiti del Deuteronomio, Angelo è così depresso che non mi parla più di una delle sue grandi passioni: il matrimonio per levirato. Diario, non so più che dirti, mi stendo sul letto e lascio che tutto scorra. Non ho la forza per stare dietro al moto perpetuo del mondo, ne di scriverti, ne di evangelizzare fuori dalle discoteche. Sono io che ho bisogno di essere salvata, una membrana di eternit mi avvolge e rende i miei pensieri tumorali e negativi. La mamma mi abbraccia forte forte, ma il mio corpo sciancato è debole come un agnellino di cartapesta.

15 giugno

Per riprendermi sto facendo una dieta, come mi ha consigliato la mia amica Mary che è, nonostante stia ancora finendo il liceo, la mia dietologa di fiducia. Non che abbia titoli che lo attestino, solo che sa un cifro di cose e quando l'ascolto che parla di dietologia quasi mi si illuminano di immenso le interiora. Mi ha consigliato di sopprimere dalla mia alimentazione, al fine di disintossicarmi di quei maltrattamenti psicologici, glutine, salumi, aceto, barbabietole e Glutammato di sodio. Poi devo bere tre litri di succo di frutta all'ananas al giorno bolliti con 4 cucchiaini di bicarbonato e utilizzare l'apparecchiatura Detox che mi ha prestato. In pratica devo mettere per 30 minuti al giorno i piedi in questo Detox che vibra, mentre lo faccio leggo riviste frivole, fumetti biblici o guardo un po' di TBNE. Mentre sento i piedi vibrare, un senso di giovamento “elettrolisiaco” mi pervade. Questo è dovuto agli ioni che questa macchina riesce magicamente a generare. Ragazze, gli ioni sono una cosa fantastica!

19 giugno

Non mi stanno venendo le acque lunari. Ho chiesto alla Mary e mi ha consigliato di pregare che questa assenza sia dovuta alla prolattina. Non so bene cosa sia questo elemento organico dal nome buffo, ma ora, oltre alle solite laudi recito giornalmente anche una veloce avemaria per la prolattina.

20 giugno

Dunque, la Mary si è informata consultando il suo consultorio on line e mi ha detto che se la causa dell'assenza del mio flusso non è la prolattina ci sarebbe il rischio che sia rimasta incinta. Stizzita ho gridato alla Mary che è fuori di testa, che nel nostro unico rapporto gli spermatozoi di Angelo non possono avermi ingravidato, che è pura fantascienza, che la prolattina non esiste, che è una balla inventata dagli scienziati per togliere credibilità alla Bibbia. Mi sono proprio alterata che, forse per ripicca, ha voluto indietro il Detox. Così ora sono senza ioni e mi viene da piangere.
So che l'assenza di flusso può essere dovuta anche ad un coacervo di cause come lo stress. Sono sicura che è per questo che non sanguino. Con queste riflessioni, mio caro diario, mi sento un po' più tranquilla.

23 giugno

Girls, per fortuna alcune di voi se lo sono ricordato e mi hanno inviato stamani partecipatissimi sms d'auguri. Oggi ho la visita con Santanché per quella faccenda della ricostruzione. Ma, direte voi, Angelo ha scoperto tutto: che senso ha allora? Calme girls, vi spiego. Ne ho parlato un po' con il mio amore che versa ancora in condizioni drammatiche di salute e, dopo un'attenta analisi, abbiamo concluso che quella operazione s'ha da fare. Scoprirmi disillibata è stato per lui un trauma tale che non si può che risolvere con un intervento sul mio corpo e far finta che nessuna deflorazione sia mai avvenuta, per lui è stato come un tradimento giudesco, gli ho dovuto raccontare tutto, quando accadde per la prima volta, in quel periodo in cui frequentavo persone malvagie e Dio era ancora una parola che per me non aveva né significato né significante. È stato un momento così tragico e intenso, quando gliel'ho raccontato, che è svenuto persino il gatto e Angelo ha dovuto correre dal veterinario. Come vi ho spiegato l'apostasia necessaria vi parlerò anche della vaginoplastica e dell'intervento a cui mi dovrò sottoporre. Santanché è un uomo pieno di carisma, alto e rassicurante come solo alcuni professoroni sinceramente cristiani sanno esserlo. Subito mi ha detto che, nel caso fossi stata minorenne, non avrei dovuto preoccuparmi: l'avrebbe fatto lo stesso senza permesso dei genitori, ma ci sarebbe stata una differenza sostanziale di costi. Io ho detto che ormai da tempo avevo compiuto i famigerati diciotto anni, quindi ero libera di vaginoplasticarmi senza chiedere il permesso a nessuno, se non a Dio, in preghiera (che me l'aveva concesso). Terminato questo scambio di battute sulla maggiore età Santanché mi ha annunciato il costo (5000€), poi mi spiegato che lui era un designer della vagina tra i più affermati nel mondo, un vero e proprio artista, e che mi avrebbe ricostruito l'imene perfettamente; sarebbe stato come tornare nuova di fabbrica. Alcune di voi, maliziosone, diranno che Dio non gradisce questi interventi sul corpo femmineo. Qua è giusto fare delle distinzioni: Dio non gradisce il vaginal tightening che è il restringimento della vagina con lo scopo di aumentare il piacere, mentre supporta la ricostruzione dell'imene per delle finalità più alte. La mia è più alta dell'Everest, di Sant'Agata coi trampoli: ricominciare una nuova vita, completamente epurata dal peccato di quel passato ignominioso. La ricostruzione dei lembi lacerati del mio fu imene mi ridarà la verginità anatomica, poi ci sarà tutto un lavoro di psicologia da compiere, alcune ferite saranno comunque indelebili, fratture da cui non mi potrò mai liberare completamente. Santanchè mi ha inoltre elencato una serie di analisi che avrei dovuto fare, in anestesia locale con un day hospital, prima dell'operazione:
PAP TEST per escludere la presenza di lesioni pre-tumorali sul mio collo dell'utero
DNA-PAP o HC2 sempre per escludere la presenza dei sottotipi oncogeni del Papillomavirus legati al cancro del collo dell'utero
ECOGRAFIA TRANSVAGINALE per escludere la presenza di patologie dei genitali interni (utero-tube-ovaie).
Io ho detto che ero disposta a tutto, che l'avrei fatto per Angelo, poi sono scoppiata in un pianto a dirotto e Santanché mi ha abbracciato, per consolarmi. Capisco che sua moglie è veramente una persona fortunata. So che loro non leggeranno questo mio diario intimo, così intenti come sono nella ricostruzione e nella politica, due cose che hanno molto in comune! Mando a tutti e due un prolungatissimo kiss sulla guancia.
Non sapete quanto sia traumatico per me fare tutte queste analisi, girare per ospedali, respirare l'odore di quella sostanza che ne impregna i corridoi, accogliere sterili ferri nel mio apparato riproduttore. Per me questi ferri è come se fossero mercanti nel tempio, li caccerei via, ma pur di evitare queste torture mediche accetterei sia i ferri che utilizzare lo pseudonimo dell'odiato Gianluca Longhi per tutto ciò che scrivo. Pensate come sono messa male.
Con la Mary ho fatto pace, finalmente. Ma ve ne parlerò meglio nelle prossime pagine. Ora sono stanchissima.