caro Diario,
Angelo è passato a prendermi in auto; non era rilassato come al solito, mentre guidava delle gocce di sudore imperlavano la sua sconfinata fronte. Fortunatamente avevo un fazzolettino di carta per tergerlo, anche se avrei volentieri usato i miei capelli. Diario, quel fazzoletto impregnato di lui mica l'ho buttato, lo conservo gelosamente sulla scrivania, lo contemplo come una reliquia, come la sacra Sindone.
In auto mi ha parlato dell'happening dei Jesus Revolution, che ci sarebbero stati più di cento evangelici, che tutto faceva parte di un ambizioso progetto di proselitismo denominato ITALIAN INVASION, che se tutto andava per il meglio saremmo potuti anche apparire sui giornali e sarebbe stata ottima pubblicità per la causa. A me non interessava niente, volevo solo restare con Angelo, essere arrestata e trascorrere gli avanzi della mia vita terrena in cella con lui.
Subito dopo essere entrati nella zona dell'ecopass, fermi ad un semaforo rosso di passione, mi ha guardato negli occhi, mi ha preso la mano e l'ha baciata. “Katia, ti voglio bene”, ha detto sorridendomi, mostrandomi ancora una volta il candore lattescente dei suoi denti aguzzi. Avrei voluto che mi mordessero, che mi lasciassero nel corpo un segno tangibile della sua presenza.
Angelo, quanto ti amo. Sento di non riuscire a contenere tutto questo amore, con questo amore potrei riempire centinaia di ME e lo stesso sarebbero sul punto di scoppiare come palloncini stra- gonfi, come cirri pregni d'acqua. Ma come posso comunicartelo? Mio Dio, quanto mi sento inadeguata.
Lui continuava a parlarmi dell'happening, ma io non capivo più nulla, ero come ovattata, inebriata dal suo charme portentoso e le parole una volta fuoriuscite dalla bocca si sfaldavano, diventavano gassose, impercettibili al mio udito ottenebrato dall'emozione.
“Angelo” ho sibilato. Allora lui ha eretto una diga al suo fiume di parole. “Dimmi, Katia”
Io non potevo comunicare niente, le parole erano insufficienti per esprimere il mio stato d'animo ed io non sapevo quali erano le più appropriate da utilizzare. “Angelo”, ho ripetuto, “per favore, non parliamo, è un momento così bello che vorrei viverlo in purezza, vorrei non dover pensare a cosa dire, a cosa risponderti, solo col silenzio si riesce a udire la felicità pura, senza sovrastrutture, gli eremiti cristiani lo sapevano bene...”. “Katia”, mi fa lui, “io parlo solo per evitare che i miei pensieri si trasformino in spermatozoi” lo vedevo un po' imbarazzato “da quando sei salita su questa auto un fuoco divampa in me ed io devo evitare il reale pericolo dell'autocombustione, così recito il mio mantra fatto di parole vacue”. E così si è accostato al marciapiede. A pensarci bene era in una zona con divieto di sosta e di transito, ma l'amore supera il codice stradale, l'amore si assesta oltre le linee gialle e le linee blu del parcheggio, l'amore travalica l'ecopass e tutti questi insulsi divieti terreni. E mi ha baciata. Mentre mi baciava ho pensato a lui che mi baciava. Era un pensiero perfetto.
Alla fine del momento magico ho visto sul termometro che la temperatura nell'abitacolo dell'auto era salita di cinque gradi.
Diario, la performance dei Jesus Revolution sarebbe stata impeccabile se non ci fossero stati i problemi terminali che ora ti racconterò. Se tutti i gruppi evangelici fossero come i loro non avremmo guerre di religione. Sarebbero tutti cristiani, si convertirebbero persino gli integralisti sciiti della cellula di Hez'bullah.
Il ritrovo era in Piazza Affari, per l'occasione gremita di gente. Dio, per sostenere l'happening religioso, ci aveva regalato una giornata soleggiata e semi estiva; una leggera brezza scompigliava i capelli quel che basta per renderci tutti più seducenti. Sparsi per la piazza erano posti una decina di pilastri; ognuno, in cima, ospitava un tapis roulant. Sopra questi aggeggi degli uomini correvano come forsennati. Erano tutti ben vestiti, in tenuta da top manager, alcuni avevano il doppiopetto e tenevano in mano una ventiquattrore, altri, mentre arrancavano, tamburellavano i tasti di un portatile, altri ancora discutevano animosamente al cellulare. Intanto, da un grosso palco, il predicatore dei Jesus Revolution, con un microfono in bocca, pronunciava il suo avvincente discorso. “Vi riconoscete in questi uomini? Siete voi questi stolti, queste anime perdute che rincorrono il NULLA!” io stringevo la mano di Angelo e gliela stringevo forte forte, attenta a cogliere il significato più recondito di questa splendida rappresentazione. “Siete come dei criceti in gabbia, ma la vostra corsa non conduce da nessuna parte, correte per inerzia, correte per disperazione alla ricerca di falsi idoli, siete pecorelle solitarie sulle vostre colonne di fango”. “Vi rendete conto della vostra stupidità? Correte, correte, senza andare da nessuna parte!”. Cavoli se questi pover'uomini correvano, tutti unti e bisunti di sudore, il ritmo imposto dal tapis roulant era estenuante e loro non potevano permettersi di rallentare perché rischiavano continuamente di cadere, come stiliti ubriachi. Intanto il predicatore continuava il suo convincente discorso. “Ora vi svelo un segreto: La salvezza viene dal cielo!”, gridava indicando verso l'alto. Improvvisamente le enormi casse hanno cominciato ad effondere il motivo della Cavalcata delle Valchirie e degli elicotteri ad emergere sopra i palazzi fascistissimi di quella amena piazza. Mi sono subito ricordata Apocalypse now, un film che però non ho mai visto. Ai lati di questi elicotteri vi erano delle scritte fosforescenti GESU' e dagli sportelloni penzolavano delle scalette di canapa. Con un notevole gesto atletico questi elegantoni in giacca e cravatta, saltellando dal tapis roulant, si sono aggrappati a queste scalette, arrampicandosi fino all'abitacolo dell'elicottero. Il frastuono era notevole, oserei dire assordante, ma egualmente la possente voce del predicatore emergeva su tutto. La folla era sbigottita. “GESU' E' LA SALVEZZA!”. Un enorme neon luminescente CRISTO ha cominciato a lampeggiare, poi, un elicottero alla volta si è assestato, in volo, sopra il palco. E così questi coraggiosi hanno potuto discendere dalle instabili scalette. Man mano che si calavano il predicatore stringeva la mano, ad ognuno, e annunciava: “benvenuto nella nostra Chiesa”. Terminata la procedura tutti gli attori-manager si trovavano sul palco. “Gesù è il ristoro”, gridava il predicatore “Gesù è l'albergo a cinque stelle che tutti sogniamo”. Poi ha battuto le mani e da un container dall'altra parte della piazza sono venuti fuori dei bellissimi cavalli bianchi cavalcati da ragazze splendide, avvolte da bianche lenzuola, con ali di cartapesta attaccate sulla schiena; tutta la folla radunata era emozionatissima. C'era chi gridava, chi faceva “oooh” in segno di stupitezza, altri, come in trance, parlavano idiomi sconosciuti. Ho dato una gomitata nei reni ad Angelo ordinandogli CATEGORICAMENTE di non guardare nella direzione delle ragazze, lui ha ubbidito come Abramo a Dio e ha immediatamente abbassato lo sguardo. Sembrava un cane grato di essere bastonato per la causa. Questa processione di fanciulle angeliche (come avrei voluto essere tra loro) stava lentamente raggiungendo il palco ed io trepidavo per vedere cosa sarebbe accaduto, era tutto così emozionante, così grandioso, così perfetto che mi sentivo levitare. Per fortuna ero saldamente ancorata alla mano di Angelo che, seguendo supinamente i miei ordini, se ne stava ancora capo chino a contemplarsi le scarpe. Purtroppo è successo il patatrac, tutto è avvenuto in un attimo, come la cacciata dei mercanti dal tempio di Gerusalemme. Un suono di sirena assordante è irrotto come un ospite indesiderato, scardinandoci i timpani; un paio di furgoni hanno invaso la piazza, fermandosi all'interno della zona adibita per l'happening e creando un fuggi fuggi generalizzato (figurati, mio diario, quanto erano impauriti i cavalli). Non erano della polizia, ma dell'UAAR, l'Unione Atei Agnostici Razionalisti (come ho dedotto leggendo la scritta sui loro furgoni). Sono scesi dal retro dei furgoni imbracciando delle stanghe di legno, sembravano poliziotti in tenuta anti-sommossa, ma per proteggersi avevano costruito delle raffazzonate armature composte da bottigliette Brio blu Rocchetta da mezzo litro. Il predicatore dei Jesus Revolution intanto gridava “ESERCITO DI SABAOTH, in nome di Dio, combattete!”, ma i nostri non erano armati mentre quelli dell'UAAR menavano stangate a destra e manca. Non restava che arrendersi.
Io gridavo dalla rabbia, Diario, come si può non odiare questi atei agnostici violenti? Angelo allora mi ha preso per un braccio: “Mio tesoro, è meglio che ci allontaniamo da questa Babilonia!”, (come amo chi mi sa proteggere) ed in un attimo mi sono come risvegliata, ricordandomi che, nonostante tutto, quella era una giornata splendida e da poco avevo baciato Angelo per la prima volta.
Già che ci trovavamo lì, abbiamo deciso di fare quattro passi in centro, tra i miei negozi preferiti di vestiti e di biancheria intima, Angelo mi ha regalato una maglietta di Hello Kitty, poi siamo entrati nel Duomo per un celere omaggio a Dio. Abbiamo pregato tenendoci per mano, ringraziando in modo alternato il Signore per la presenza dell'uno e dell'altro.
Verso sera, in questo splendido Primo Maggio, festa degli innamorati, prima di tornare alla macchina Angelo voleva assolutamente portarmi dal ferramenta per una sorpresa, purtroppo, vista l'ora, era già chiuso.
Tornata a casa ho chiamato la Mary; sono stata al telefono quasi cinque ore. E ho parlato praticamente solo io. Quando arriverà la bolletta della Telecom mia madre avrà sicuramente qualcosa da lamentare, ma non sa che l'amore non ha prezzo? Dovrei mandare una mail a Tronchetti Provera. LE PAROLE D'AMORE DEVONO ESSERE LIBERE DI CIRCOLARE NELL'ETERE, come la colomba della pace che vola da un paese all'altro senza visti o permessi di soggiorno, alimentata dal vento e irradiata dalla cosmesi divina.
E' comunque stata una giornata veramente full of life; è ormai l'alba. Per fortuna domani c'è il ponte e non si va a scuola!