23 aprile

E' un giorno come tanti altri. In una parola splendido. Col gruppo si sta allestendo una pièce teatrale, una rivisitazione del momento più alto e simbolico della Cristianità: la Passione di Gesù Cristo in un Golgota finalmente privo di barriere architettoniche (la rappresentazione è destinata ad un'associazione di disabili). C'è un nuovo ragazzo che abbiamo introdotto nel gruppo grazie all'evangelismo nelle discoteche, ci ha comprato dieci magliette LA CASTITA' E' NATURALE COME L'ARIA CHE RESPIRO ed ha deciso di venirci a trovare ad un rave di preghiera. Si chiama Angelo ed è studente di medicina, molto critico nei confronti dell'invasività dell'allopatia, sta svolgendo una personalissima ricerca su come curarsi in modo etico, cioè conforme all'insegnamento biblico. Beh, si è subito ambientato benissimo diventando uno dei più validi evangelizzatori della sua cellula. Come dicevo prima alla Mary è mega-carino e un bel po' intelligente; in ogni situazione ha un aforisma o un proverbio consono, sa citare tutte le prescrizioni del Levitico a memoria. In più è un cristiano con i fiocchi, d'origine controllata. In principio non mi dava retta, sempre sulle sue a leggere i Salmi, poi, superando la timidezza, abbiamo iniziato a parlare e a confrontarci. Oggi, mentre stava portando in magazzino la croce che servirà per la recita... beh, ti giuro Diario, è stata per me un'immagine folgorante. Gustarlo, a torso nudo, con quei muscoli traslucidi, le vene aizzate dalla fatica che emergevano dalle tempie mi sembravano il delta del Po visto dal satellite, inoltre trasportava questa grossa croce di legno grezzo... mi sono sentita ovulare.

Caro Diario, ho generato una smitragliata di pensieri impuri, così sono corsa via, a casa, nella cameretta, intimorita dalla mente anarchica che ha prodotto immagini così invereconde. Ho acceso il computer, fedele custode dei pensieri della mia candida vita da diciottenne, per scrivere questo. Ora vado a dormire, con una gioia che mi avvolge in toto, come un vestito da sposa di domopack.

Il vento tra le fronde sussurra il suo nome: Angelo

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